Parola d’ordine: Prevenzione. Perché spesso la corsa ai ripari può rivelarsi non risolutiva.

Per la seconda metà del mese di novembre, la Sandonato Medica si vuole concentrare sulla salute maschile puntando alla prevenzione delle malattie urologiche. Sono in molti gli uomini, soprattutto i più giovani, che non sanno nemmeno da dove iniziare. Ecco perché l’Urologo Robert Stubinski, lo Specialista della salute maschile del Centro, si rivolge a tutti i maschi di qualsiasi età, visto che le malattie urologiche non sono prerogativa degli adulti, promuovendo proprio la prevenzione come strumento per vivere meglio, a partire dall’adozione di uno stile di vita sano.

Secondo un’indagine condotta dall’ European Association of Urology, gli uomini europei, a differenza delle donne informate anche sulle patologie maschili, hanno scarsissima conoscenza delle malattie dell’apparato urologico e sottovalutano buona parte dei sintomi, non prendendo in seria considerazione i segnali di possibili malattie.

La Sandonato Medica promuove la salute maschile proponendo la visita urologica con ecografia prostatica al costo di € 90. Per info e prenotazioni mandare una mail a info@sandonatomedica.it o compilare l’apposito form.

 

Per scaricare il volantino della promozione: VOLANTINO PROMO UOMO UROLOGIA

Signori, fate attenzione, perché il tumore alla prostata, in Italia è una tra le patologie oncologiche più diffuse negli uomini a partire dai 50 anni di età e, pur trovandosi al primo posto per incidenza, occupa il terzo posto come mortalità e quasi sempre in soggetti al di sopra dei 70 anni. Fortunatamente, il numero di decessi è in diminuzione, grazie alla maggiore diffusione del test di screening. Del resto, basta un prelievo del sangue e richiedere il dosaggio del PSA – antigene prostatico, specifico per avere un’anticipazione diagnostica della malattia. Se ne parla, ma non tutti sano che il PSA è una proteina prodotta dalle ghiandole della prostata e la sua concentrazione aumenta in caso di tumore, pressoché in totale assenza di sintomi. Tuttavia il PSA non è un parametro sufficientemente affidabile poiché molte delle persone con valori alterati di PSA non hanno un tumore alla prostata e, viceversa, molte persone con tumore alla prostata hanno livelli di PSA normali.

Ma quali sono i fattori di rischio da tenere in considerazione? Tra i fattori di rischio, in prima linea va ricordata l’età, la razza (la razza nera è maggiormente a rischio di sviluppare il tumore alla prostata per i più elevati valori di androgeni), la familiarità, i fattori ormonali e anche lo stile di vita, visto che il consumo sregolato di cibo e alcool, il comportamento sessuale, l’infiammazione cronica sono stati tutti correlati all’insorgenza e all’evoluzione della neoplasia.

Come evitare l’infiammazione cronica? E’ importante partire da una correzione alimentare per evitare, anzitutto, il sovrappeso e l’obesità. Il grasso, soprattutto quello addominale, è associato ad un aumentato rischio di molte malattie, comprese le forme tumorali. Un’alimentazione varia, bilanciata, che pone attenzione alle porzioni, alla qualità e alle frequenze degli alimenti, permette di mantenere un peso adeguato per l’altezza (indice di massa corporea o BMI compreso tra 18.5 e 25.

L’attività fisica regolare riduce leggermente il rischio di sviluppare il tumore alla prostata anche perché agisce sul mantenimento di un corretto peso corporeo. L’attività vigorosa può avere un effetto maggiore, in particolare sul rischio di cancro alla prostata avanzato.  La ricerca ha dimostrato che il regolare esercizio può essere uno dei migliori antiossidanti naturali. Come funzionano gli antiossidanti? Occorre sapere che i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e quindi dei cosiddetti danni alle strutture delle cellule all’interno della prostata, possono essere combattuti con l’utilizzo degli antiossidanti, presenti in alcuni ortaggi come pomodori,  broccoli, cavoletti di Bruxelles, wasabi e rafano.  E’ consigliabile bere succo di melograno o tè verde.  Non solo antiossidanti, ma anche vitamine e minerali, presenti nella frutta e nelle verdure come nelle spezie,  possono agire sia contro la produzione di radicali liberi sia contro l’infiammazione. Ma attenzione alla preparazione! La cottura in generale può far perdere le sostanze nutritive delle verdure; le preparazioni al microonde e al vapore sono quelle consigliate per preservare il contenuto nutrizionale. In alternativa privilegiare verdure crude, ricordandosi di variare il più possibile nella scelta. Il pomodoro fa eccezione: per facilitare l’assorbimento del licopene è bene mangiare pomodori cotti.  Alcuni studi hanno evidenziato che mangiare cibi tradizionali di soia come il tofu possono ridurre il rischio di tumori al seno, alla prostata o all’endometrio. E’ consigliato il consumo di pesce (3 volte alla settimana come secondo piatto), semi e frutta secca.

Per mantenere, dunque, un’adeguata salute della prostata, riduciamo il consumo di grassi saturi, assumiamo quotidianamente frutta e verdura ed idratiamoci in maniera adeguata, riducendo i cibi ricchi di sale perché favoriscono la ritenzione idrica e la formazione di urine concentrate: in tal caso la carica batterica nelle urine diventa ancora più alta e aumenta il rischio di passaggio e infezione alla prostata.

Sono altresì da evitare i cibi irritanti quali cibi piccanti, molto salati e affumicati perché in grado di irritare ancora di più i tessuti già affetti da infiammazione.

L’attività sessuale praticata in modo costante e senza eccessi garantisce il benessere dell’uomo, migliorandone lo stato di salute e aiutandolo anche a prevenire il tumore alla prostata.

Le stime più recenti, elaborate su dati Istat, indicano che in Italia, nel 2017, quasi 7 milioni di pazienti di varie età hanno avuto una diagnosi di Ipertrofia Prostatica Benigna (o adenoma della prostata), una patologia non tumorale che comporta l’ingrossamento anomalo della prostata (fino a 2-3 volte le dimensioni ritenute normali), con una serie di disturbi correlati.

Quanto è grave questo problema? Anzitutto, l’Ipertrofia Prostatica Benigna, patologia che i numeri indicano come il disturbo urologico maschile più diffuso, colpisce l’80% degli italiani over 50, determinando l’aumento volumetrico della prostata, cioè la piccola ghiandola attraverso cui passa l’uretra, il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno. Quando la prostata si ingrossa va a comprimere proprio l’uretra, ostacolando la fuoriuscita dell’urina. Il getto urinario si indebolisce progressivamente e le minzioni diventano sempre più frequenti. Inoltre, può succedere che la vescica non si svuoti mai completamente e il ristagno di urine può causare infezioni anche gravi con febbre alta.

Il problema non è da sottovalutare, visto che si tratta di una patologia progressiva: i suoi sintomi peggiorano negli anni e, se non adeguatamente trattata, essa può provocare un danno permanente alla vescica che può, in casi estremi, arrivare anche alla perdita della sua capacità di contrarsi e quindi di svuotarsi.

Quali sono i sintomi caratteristici della prostata? Se da una parte ci sono casi in cui si manifesta una difficoltà a svuotare la vescica, dall’altra, invece, il problema alla prostata crea difficoltà a trattenere le urine (andare spesso in bagno, accusare uno stimolo urgente).

I sintomi non sono necessariamente correlati con le dimensioni della ghiandola prostatica ma, soprattutto, non sono correlati con la gravità dell’ostruzione. Per questo, ogni uomo dai cinquant’anni circa dovrebbe fare controlli regolari alla prostata, utili sia per la diagnosi precoce del carcinoma, sia per la prevenzione delle complicanze dell’ipertrofia prostatica. Di certo, va ricordato che Ipertrofia Prostatica Benigna e carcinoma prostatico non sono correlati, ma le due condizioni possono coesistere; a volte, il carcinoma viene diagnosticato incidentalmente, proprio nel corso di indagini per la più comune e diffusa Ipertrofia Prostatica Benigna.  Ecco perché è importante sottoporsi a controlli da uno specialista in grado di valutare la gravità dei sintomi ed eventuali terapie.

 

 

Le cifre indicano che non si sta parlando di un problema poco diffuso. In effetti, sono almeno 150 milioni gli uomini in tutto il mondo soffrono di disfunzione erettile. Attenzione, perché la cifra è destinata a raddoppiare entro il 2025. E non si sta parlando di maschi di una certa età: è stato stimato che da 25 a 35 milioni di uomini di età superiore ai 18 anni ne soffrano in Europa. La prevalenza della DE è superiore al 50% negli uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni.

Ma cos’è la disfunzione erettile? E’ l’incapacità persistente di conseguire o mantenere un’erezione del pene sufficiente per una prestazione sessuale soddisfacente. Certo che la DE, oltre a limitare i rapporti intimi, influisce negativamente sull’autostima di un uomo e mette a dura prova le sue relazioni più importanti. Dunque la DE oltre a presentarsi attraverso una manifestazione fisica, provoca danni a livello emotive, provocando anche depressione.  Già, ma quali sono le cause della DE? Robert Stubinski, Urologo della Sandonato Medica è a disposizione per chiarire ogni dubbio ai pazienti del Centro di via Bruxelles.

La disfunzione erettile può essere un segnale precoce di una patologia più grave, come il diabete di tipo 2 o la cardiopatia. Non a caso la DE precede la coronaropatia (CAD) in quasi il 70% dei casi. Sebbene la DE e il diabete siano due patologie differenti, metà degli uomini diabetici ha problemi sessuali provocati dalla DE. Anche gli uomini sono stati sottoposti a prostatectomia radicale o all’asportazione della ghiandola prostatica per trattare il cancro della prostata potrebbero anche essere affetti da DE a causa del danno al tessuto del pene.

Come si può diagnosticare la Disfunzione erettile? In genere, la diagnosi di DE viene formulata dopo aver posto al paziente delle domande specifiche relative ai sintomi, alla sua salute fisica e mentale, cercando di comprendere se esista una dipendenza da fumo e se ci sia consumo di alcol elevato. Di certo, lo stile di vita può influenzare notevolmente la comparsa di questo problema che, purtroppo, non è una rarità.