Non c’è dubbio che il dolore fisico, in generale, sia una condizione che possa compromettere la qualità della vita. Quando la sofferenza interessa il nostro apparato muscolo scheletrico è importante affidarsi a specialisti della fisioterapia, titolati per poter offrire dei consigli rispetto alle terapie più adatte, alle quali sottoporsi, per compiere il giusto percorso di guarigione.

Tra le soluzioni più efficaci adottate, di frequente, per ridurre la sintomatologia dolorosa vi sono la Tecar e le Onde d’Urto. Lo conferma Alessandro Borsa, massoterapista di Sandonato Medica che, oltre ad avere conseguito la laurea in Attività motoria preventiva e adattata, Diplomato MCB (Massaggiatore e Capo Bagnino degli stabilimenti idroterapici), è operatore certificato per la Tecarterapia. La sua esperienza a stretto contatto con i pazienti, in particolare con gli sportivi reduci da traumi, gli ha permesso di affinare una certa competenza, volta proprio a risolvere problematiche spesso invalidanti.

Tecarterapia e terapia ad onde d’urto: quali sono le differenze?

“La Tecar – spiega Borsa- si utilizza per trattare dolori muscolari cronici e infiammazioni, meglio ancora se abbinata a massoterapia.

Viene impiegata, ad esempio, in caso di tendiniti, cervicalgia, lombalgia, ma è adatta anche in caso di traumi, visto che l’apparecchio ha la capacità di drenare quell’ematoma che si forma. La Tecarterapia prevede due tecniche integrate nello stesso apparecchio. La tecnica resistiva, grazie alla sua capacità di penetrazione affronta i tessuti più duri; è, infatti, efficace per trattamenti per problemi alle articolazioni, tendini, ossa e legamenti. È utile anche per artrosi e ridurre dolori. Si utilizza la tecnica capacitiva per trattamenti più superficiali come per drenare i linfedemi, e sull’apparato muscolare”.

Durante una terapia si possono adottare entrambe le tecniche?

“Sì. Ad esempio, quando una paziente ha dolore all’anca si inizia con la fase Capacitiva per sfiammare la zona e poi si prosegue con la Resistiva. Una seduta di Tecar, in genere, dura 25 minuti e per ottenere risposte positive dal corpo è utile fare un ciclo di almeno dieci sedute. Anche se il fisioterapista, già dopo la quinta, è in grado di valutare l’efficacia del trattamento”.

E le Onde d’Urto quando andrebbero utilizzate?

“Le Onde d’urto Focalizzate sono adatte per il trattamento di numerose patologie muscolo-scheletriche, come epicondiliti, ma anche per eliminare calcificazioni, tra le più comuni quelle della spalla, le famose e tanto temute spine calcaneari.

Le onde d’urto rappresentano una soluzione anche nel caso di borsiti. Vengono, inoltre, utilizzate, in particolare, in caso di traumi e infortuni sportivi”. Per le onde d’urto è consigliato un ciclo di tre sedute, ognuna a cadenza settimanale.

Per avere un confronto sulla tipologia di trattamento da eseguire è possibile prenotare una consulenza fisioterapica senza impegno con i terapisti del Centro mandando una mail a info@sandonatomedica.it o telefonando al numero 02/55602161.

C’è chi, durante le vacanze estive, si riposa mettendosi in panciolle; chi, invece, approfitta del tempo libero all’aria aperta per rimettersi in forma e svolgere attività fisica che, invece, durante l’anno lavorativo, per mancanza di tempo e, a volte, per pigrizia, trascura.

Di certo, a prescindere dal tipo di sforzo e dalla relativa intensità, è bene evitare di svolgere attività motoria nelle ore più calde, quando, tra l’altro, il cuore viene sottoposto a un lavoro straordinario.

A prescindere dal programma sportivo, dunque, attenzione a praticare attività fisica in modo dosato, ricordandosi di effettuare un minimo di riscaldamento pre-attività e di stretching statico, post attività.

 

LA TAVOLETTA PROPRIOCETTIVA: RIABILITATIVA E PREVENTIVA.

Conoscete e avete mai utilizzato la tavoletta propriocettiva? Si tratta di uno strumento utile per educare o rieducare i cosiddetti recettori meccanici del piede e prepararsi, così, ad ogni tipo di attività fisica e prevenire infortuni, come, ad esempio, una distorsione alla caviglia o alle ginocchia, traumi frequenti, ad esempio, quando si cammina in montagna, ma anche sulla sabbia del mare.

Non a caso, questa tavoletta è consigliata sia in ambito riabilitativo in caso di traumi, ma anche preventivo.

Ma che tipo di esercizi si possono svolgere con la tavoletta?

Gli esercizi con la tavoletta propriocettiva, pur semplici, richiedono un corretto uso della forza finalizzato al mantenimento dell’equilibrio.

Come spiega Ingrid Patuzzo, laureata in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate: “Partiamo, ad esempio, eseguendo movimenti come la semplice contrazione isometrica, mantenendo sempre l’equilibrio sulla tavoletta, ma anche affondi di vario tipo e squat. L’ideale sarebbe provare ad utilizzare, inizialmente, due piedi per conquistare una certa padronanza e poi tentare con un piede alla volta”.

Attraverso alcuni video informativi e dimostrativi che pubblicheremo nelle prossime settimane sui nostri canali social, la Patuzzo e l’intero staff di fisioterapista di Sandonato Medica, con Alessandro Borsa, Daniele Piazza e Bianca Maria Lenci, insegnano ad eseguire alcuni movimenti importanti per gestire il nostro equilibrio, offrendo anche dei consigli importanti per attivare in modo adeguato il nostro corpo per prevenire dolori, traumi ed infortuni.

Meglio prevenire che curare, soprattutto in tempo di vacanza.

 

ESERCIZI DI EQUILIBRIO A CARICO NATURALE.

Di certo, anche senza tavoletta, si possono eseguire esercizi importanti e utili utilizzando solo il nostro corpo.  Ad esempio, proviamo a restare in equilibrio su un piede, con una benda sopra gli occhi, ma anche senza, e mantenere la posizione per un determinato tempo. Lo stesso esercizio può essere eseguito facendo dei piccoli saltelli sul posto, inserendo magari anche un piccolo ostacolo da oltrepassare come un bastone.

 

L’IMPORTANZA DELLO STRETCHING

“L’attività di stretching – come afferma la fisioterapista di Sandonato Medica, Bianca Maria Lenci – andrebbe effettuata prima dello sforzo e, almeno un’ora dopo dal termine dell’attività fisica. Perché lo stretching abbia un effetto più duraturo e per scongiurare il rischio di uno stiramento o di una predisposizione a questo tipo di trauma, è importante che venga praticato a freddo, quando, inoltre la nostra soglia del dolore non è alterata dal rilascio delle endorfine che l’attività fisica provoca. Le fibre, dopo essere state stressate, devono riposare e poi venire sottoposte a stretching”. Sia chiaro, esistono diverse teorie a svariati studi rispetto allo stretching e anche sui tempi di riposo tra un’attività e l’altra.” Di certo, conclude la terapista Ingrid Patuzzo, se non si pratica attività fisica a livello professionale, è importante fare stretching tutti i giorni per mantenere elastiche le fibre muscolari“. Cerchiamo di prevenire gli infortuni: il prezzo, per una semplice partita di Beach Volley, sarebbe troppo caro.

 

L’IMPORTANZA DELL’IDRATAZIONE

Tra i fattori predisponenti di diversi infortuni c’è la disidratazione. “È facile disidratarsi per il caldo, ma anche perché in vacanza si cambiano le abitudini: siamo lontani, ormai, dalla scrivania sulla quale durante l’anno lavorativo poggia la famosa bottiglietta d’acqua. Soprattutto gli anziani, che non sentono il sintomo della sete e che spesso hanno patologie associate, si devono ricordare di bere, chiedendo magari, aiuto anche al proprio medico per eventuali integrazioni di sali minerali. Ebbene, quando si pratica attività fisica, occorre bere molto perché altrimenti ci si espone a strappi, a tendiniti e a patologie muscolo-tendinee”.

 

QUANTO E QUALE SFORZO FARE?

E che dire dell’intensità dello sforzo? “Regola fondamentale: non esagerare e rispettare le reali capacità del nostro corpo. E mi raccomando, tra una performance e l’altra, lasciare il corpo a riposo almeno un giorno per dagli la possibilità al collagene dei tessuti di rigenerarsi”.

 

Per ricevere una consulenza fisioterapica o per impostare un piano riabilitativo puoi scriverci all’indirizzo info@sandonatomedica.it  o chiamare lo 02/55602161

SMART WORKING? Da perfetto sconosciuto a compagno di vita, in queste settimane, di milioni di lavoratori.

Con grande flessibilità, tipica di noi italiani, in quattro e quattr’otto, siamo diventati diligenti e, per osservare le direttive volte a contenere e sconfiggere il Covid-19, abbiamo iniziato a lavorare a casa nostra.

Sedentarietà e senso di solitudine, sono condizioni che non aiutano, di certo, a mantenere uno stato di benessere; senza dimenticare le cattive abitudini, soprattutto a tavola, che possono inevitabilmente causare problemi di salute.

Ecco quindi 6 consigli utili per affrontare meglio la propria giornata lavorativa

 

  1. Stabilire una routine mattutina

Non siamo in vacanza ed è bene mantenere gli orari di sempre e puntare la sveglia, come ogni giorno. Con calma, è bene prendersi il tempo che occorre per una colazione sana, che comprenda la sua razione di carboidrati, di proteine, di grassi e anche di frutta che, magari, non siete soliti soffermarvi a gustare. Perché non abbinare ad un caffè e a uno yogurt greco, ad esempio, qualche prugna? Adatte a promuovere la regolare funzionalità intestinale, le prugne favoriscono anche l’attività del sistema immunitario: una flora batterica equilibrata ed una funzionalità intestinale regolare migliorano lo stato di benessere generale e promuovono la concentrazione e l’efficienza delle proprie performance.

 

  1. Creare la “cosiddetta zona comfort”

Prima di sedersi alla scrivania di casa, che potrebbe non essere comoda come quella dell’ufficio, fate qualche esercizio fisico e dello stretching, come ci consigliano i nostri specialisti. In questo modo il relax è assicurato.

La giornata è lunga; quindi, attenzione a come vi sedete. Durante il giorno, alzatevi spesso e cambiate posizione.

NOTA | Sulla nostra pagina Facebook – playlist Fisioterapia – #iorestoacasa e resto in forma – troverete un contenuto proposto dalla nostra specialista Maria Bianca Lenci, che offre dei consigli strategici per assumere, proprio alla scrivania, la posizione corretta.

 

  1. Pausa sì, ma attenzione alle tentazioni

È vero: risulta importante concedersi delle pause, ma evitiamo di avvicinarci alla dispensa dove sono riposte le tentazioni, dolci e salate, non salubri.

Prima di iniziare la giornata, pensate a cosa mangiare per il vostro meritato preparando, magari, degli snack sani che ci diano anche energia.

È consigliabile della frutta ricca di fibre, quindi una mela o una pera, utili a favorire il controllo dell’assorbimento di grassi e zuccheri nel sangue.

È importante contrastare i picchi di zucchero e, nel contempo, fare in modo di favorire la lucidità e l’energia mentale: un (o due) quadratino di cioccolato fondente per stimolare il cervello ad essere attento, vigile e reattivo e a mantenere alto il tono dell’umore, rappresenta la soluzione ideale.

Il cioccolato, infatti, contiene sostanze che regolano le funzionalità del sistema nervoso centrale, del sistema cardiovascolare e del sistema endocrino: favoriscono lo sprint energetico nell’organismo, se le si assume in modo equilibrato.

 

  1. Non dimenticare l’idratazione

Una corretta idratazione aiuta la digestione, regola la circolazione sanguigna e la temperatura corporea, aiuta ad eliminare le tossine dal corpo e a trasportare le sostanze nutritive. Contribuisce a proteggere gli organi e i tessuti e, soprattutto, mantiene il corpo attivo e lucido. Non dimentichiamo, dunque, di bere spesso acqua, anticipando la sensazione di sete. Deve diventare una sana abitudine.

 

  1. Manteniamo i ritmi anche dei pasti

Anche se siamo comodamente a casa e il capoufficio non ci controlla, non perdiamo il ritmo dei pasti.

Cerchiamo di essere regolari, altrimenti rischiamo di incorrere in un calo di zuccheri per poi abbuffarci, esagerando, col cibo, scegliendo spesso tortine e altri cibi conservati, a scapito di alimenti più sani come frutta, verdura, yogurt, ricchi di micronutrienti e di fibra.

Magari, durante questo break, manteniamoci attivi e eseguiamo qualche esercizio, qualche allungo, seguendo i consigli dei nostri specialisti(ricordiamo che si trovano sulla nostra pagina Facebook – playlist Fisioterapia – #iorestoacasa e resto in forma).

 

  1. Capire quando finire

Per molti, lo smart working diventa una scusa per lavorare a oltranza, fino all’ora di cena. Invece, cerchiamo di goderci la serata riappropriandoci del nostro tempo, per dedicarci alla famiglia, alla visione di un bel film, ascoltando della buona musica e, perché no, facendo ancora qualche esercizio prima del meritato riposo.

Ogni sportivo lo sogna. Recuperare in maniera rapida, veloce ed efficace da un infortunio, per poter riprendere, il prima possibile, la propria attività fisica. La parola magica, di solito, è Tecarterapia, il trattamento atto a facilitare un pronto recupero. Alla Sandonato Medica, siamo andati oltre, abbinando la terapia INDIBA Activ, con quella cellulare attiva.

 

Di cosa si tratta? INDIBA Activ Therapy ha rapprensentato l’evoluzione della classica terapia tecar, mentre il Sistema Proionic permette di attivare il metabolismo cellulare, ristabilendone l’equilibrio. Si aumenta così non solo la vascolarizzazione, ma anche la temperatura interna nei tessuti sottoposti a trattamento? Con che risultato? Una notevole accelerazione nel recupero naturale del corpo umano, unito a una riduzione del dolore. Tutto questo, fin dalla prima seduta. In pratica? Grazie a INDIBA Activ Therapy i movimenti vengono ristabiliti, il tono muscolare normalizzato e l’elasticità aumentata. Non solo efficacia antalgica: il drenaggio effettuato fa regredire il processo infiammatorio. Come afferma il terapista, Daniele Piazza, in servizio a Sandonato Medica: “Con questa apparecchiatura si può lavorare a una intensità minore, con una efficacia decisamente migliore dal punto di vista della precisione e dei risultati. Inoltre, grazie al cassetto supporto, la piastra che utilizzo per il trattamento, sarà più calda, evitando fastidi ai pazienti, soprattutto in inverno. Per gli operatori, oltretutto, è un macchinario meglio trasportabile, grazie alle sue dimensioni. Importante è anche lo schermo touch, più intuitivo e meno ingombrante. Grazie alla modulazione continua, consente di ottenere un maggiore effetto cellulare e, pertanto, maggiore efficacia nei trattamenti di patologie acute”. La peculiarità di INDIBA è quella di poter sottoporre a trattamenti anche coloro che hanno impianti metallici o protesi. Basti dire, che molti atleti di fama internazionale si affidano alla terapia cellulare attiva, non solo per curare, ma anche per prevenire le lesioni. INDIBA Activ Therapy si presta per trattare osteoartrite, periartrite, lombalgia, dorsalgia, cervicalgia, distorsioni, fratture, lesioni muscolari, tendinite, borsite, dolori inguinali, problemi del pavimento pelvico, trattamenti di fisioestetica. Con un’unica finalità; tornare rapidamente alle proprie attività quotidiane, pienamente ristabiliti.

 

 

Sandonato Medica si è dotata di 3 apparecchiature INDIBA ACTIV, l’evoluzione della Tecar Terapia che utilizza il sistema Proionic.
Questa tecnologia utilizza una frequenza di 448 kHz che favorisce lo scambio ionico intra e extra-cellulare, ripristinando l’attività elettrica cellulare fisiologica.

Questo sistema, che si basa sulla frequenza a 448 kHz, migliora la biostimolazione, attiva la microcircolazione e favorisce l’iperattivazione metabolica, rispettando nello stesso tempo la fisiologia cellulare.

INDIBA ACTIV consente di attivare il metabolismo cellulare ristabilendone l’equilibrio, aumentando la vascolarizzazione e la temperatura interna dei tessuti.

Indicazioni terapeutiche della Tecar con INDIBA ACTIVE

Riabilitazione
Con INDIBA® activ siamo in grado di accelerare i naturali meccanismi di rigenerazione del tessuto in modo sicuro ed efficace, e ridurre i tempi di recupero.

Il trattamento consente di ridurre dolore e infiammazione sia in casi di patologia cronica che acuta, accelerando la guarigione attraverso il sistema Proionic®.

Fisioterapia Sportiva 
Con INDIBA® activ è possibile garantire un recupero rapido prevenendo il riverificarsi degli eventi. Consente inoltre di prevenire gli infortuni ottimizzando le prestazioni degli atleti.

Pavimento Pelvico
Il pavimento pelvico chiude il pavimento dell’addome consentendo la corretta posizione degli organi pelvici. I disturbi conseguenti alle alterazioni del pavimento pelvico interessano sia uomini che donne e causano l’indebolimento dei tessuti perineali.

Con INDIBA® activ  possiamo curare l’incontinenza, e recuperare i traumi da lacerazione ed episiotomia e ottimizzare tutte le funzionalità di questa zona.

Fisioestetica
INDIBA® activ riequilibra il metabolismo cellulare rendendo i tessuti più compatti.
Consente di migliorare sia la microcircolazione che i rilassamenti della pelle, contribuendo alla guarigione anche in caso di interventi chirurgici.

Contattaci per maggiori informazioni 

VIA IL DOLORE, SUBITO CON LA TECARTERAPIA

Studiata per riattivare i naturali processi riparativi intervenendo sul sistema circolatorio, la Tecarterapia, per efficacia e flessibilità è uno strumento prezioso in contesti molto distanti tra loro:

  • medicina dello sport,
  • riabilitazione fisioterapica,
  • terapia del dolore,
  • flebo linfologia,
  • chirurgia plastica e medicina estetica,
  • reumatologia,
  • ortopedia,
  • diabetologia (deficit circolatori),
  • medicina del lavoro.

BENEFICI DELLA TECARTERAPIA

  • Tempi di recupero ridotti grazie all’azione profonda, omogenea e localizzata.
  • Risultati immediati e stabili grazie alla stimolazione e al rafforzamento della capacità di autoriparazione dei tessuti.
  • Istantaneo sollievo dal dolore grazie al potente effetto analgesico determinato dalla riattivazione della micro-circolazione.

Con la nostra tecnologia si trattano con efficacia e in tempi brevi le patologie riguardanti sistema osteo-articolare e muscolare.

Ad esempio la Tecar terapia viene impiegata per il recupero di distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti e borsiti, esiti di traumi ossei e legamentosi, distrazioni di tipo osteoarticolare, dolore cronico agli arti.

Inoltre, grazie alla capacità di apportare nutrimento e ossigeno ai tessuti, è utilizzata in diverse forme di osteoporosi e in molti programmi riabilitativi post-chirurgici, in particolare dopo gli interventi di artroprotesi.

TECARTERAPIA IN SANDONATO MEDICA

Per ulteriori informazioni, richieda la consulenza fisioterapica gratuita, tutte le sue domande e le perplessità riceveranno risposta da uno specialista in fisioterapia.

Nonostante affondi le sue radici nella seconda metà dell’800 con gli studi di Brandt sulla prevenzione del prolasso uterino e la comunità medica ne abbia riconosciuto l’indubbia efficacia nel 1948 con i lavori di Kegel, la riabilitazione del pavimento pelvico è una delle branche della fisioterapia meno conosciute sebbene negli ultimi 20 anni abbia assunto un ruolo ben preciso e sempre più rilevante nel trattamento di molteplici disfunzioni uroginecologiche tanto da essere divenuta una valida alternativa,o un essenziale coadiuvante, a trattamenti invasivi quali l’intervento chirurgico e terapie farmacologiche.

Riabilitazione del Pavimento Pelvico: Indicazioni e trattamento

La riabilitazione del pavimento pelvico rappresenta un importante approccio terapeutico a molteplici disfunzioni tra le quali: ·

  • incontinenza urinaria;
  • prolasso genitale femminile;
  • incontinenza fecale;
  • post partum;
  • pazienti in attesa di chirurgia pelvica e nell’immediato post intervento;
  • trattamento del dolore pelvico cronico;
  • gestione della ritenzione urinaria;
  • fasi precoci della disfunzione perineale;
  • incontinenza urinaria maschile post-chirurgica;

disfunzione erettile.

L’obiettivo primario è il miglioramento delle performance perineali al fine di consentire al perineo di poter esplicare al meglio le sue funzioni di supporto dei visceri pelvici, di rinforzo sfintero- uretrale e di contrasto alle pressioni endoaddominali.

Gli obiettivi della riabilitazione perineale

  • Affinare la propriocettività perineale.
  • Migliorare il ciclo continenza-minzione.
  • Tonificare la muscolatura.
  • Migliorare il riflesso di chiusura perineale allo sforzo.
  • Prevenire e/o curare l’incontinenza urinaria.
  • Prevenire e/o trattare l’incontinenza fecale.
  • Migliorare la qualità di vita sessuale.

Risolvere l’incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria viene identificata come il passaggio involontario di urina all’interno dell’uretra. Le fughe di urina in contesti sociali inopportuni causano un grave disagio per la persona, in funzione non solo dell’entità e frequenza delle stesse ma anche della risposta soggettiva dell’ individuo e dell’ ambiente in cui esse avvengono. E’ un disturbo che interessa una larga parte della popolazione sia femminile, a seguito di complicanze legate al parto o all’insorgere della menopausa, che maschile, nei mesi ed anni successivi ad una prostatectomia radicale. International Continence Society classifica l’Incontinenza urinaria in:

  • Stress Incontinence ( Incontinenza Urinaria da Sforzo):
    I.U.S. è caratterizzata dalla perdita involontaria di urina in occasione di aumenti della pressione addominale, ad esempio durante colpi di tosse, starnuti, saltellando, ecc. Urge Incontinence (Incontinenza Urinaria da Urgenza):
  • I.U.U. è la perdita involontaria di urina in corrispondenza di uno stimolo imperioso alla minzione.
  • Mixed Incontinence (Incontinenza Urinaria Mista): 24% è la combinazione fra le due forme di I.U.S. e I.U.U..
  • Post- Micturitional Driddle che può essere tradotto come “gocciolamento post minzionale” descrive efficacemente i problemi dell’uretra bulbo-membranosa del maschio. Nella donna viene descritta una prevalenza delle forme di incontinenza attorno al 50% per le forme da sforzo, mentre le forme da urgenza o le forme miste sono rispettivamente attorno al 10- 15% e al 35-40 %. Le ultime linee guida date dall’ International Consultation on Incontinence (I.C.I.) indicano il trattamento riabilitativo come prima opzione terapeutica in tutti i casi non complicati di incontinenza urinaria.

    Riabilitazione del pavimento pelvico per risolvere l’incontinenza urinaria

    Dopo la visita urologica, eseguiti gli eventuali accertamenti diagnostici e formulata una diagnosi medica appropriata, qualora sussistano le condizioni per intraprendere con successo l’iter riabilitativo il paziente verrà preso in carico dall’equipe riabilitativa. Medico e fisioterapista procederanno alla valutazione funzionale del pavimento pelvico del/della paziente e stileranno il P.R.I.(piano riabilitativo individuale) dove verrà valutata la terapia più adatta al paziente e verranno prefissi gli obiettivi da raggiungere seguendo le tempistiche e le esigenze specifiche per ogni paziente. Il paziente inizierà i trattamenti sotto la guida del fisioterapista che si occuperà di seguire passo per passo l’evoluzione della patologia rivalutandolo giornalmente e guidandolo nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici fissati.

    La Terapia di Riabilitazione del Pavimento Pelvico

La Riabilitazione del pavimento pelvico si divide in parti 4 fondamentali: 

  • La presa di coscienza: Ovvero entrare in sintonia con il proprio pavimento pelvico,capire dov’ è e come contrarlo correttamente, come gestire le pressioni intra addominali(tosse, starnuti, sforzi ecc…) comprendere quali stimoli esterni ne influenzino la statica.
  • La manipolazione e l’esercizio fisico: migliorano la propriocezione,la presa di coscienza, facilitano l’apprendimento di nuovi schemi motori ed il rinforzo delle muscolatura pelvica.
  • Il bio-feedback: permette al paziente di acquisire in tempo reale tramite elettrodi tutte le informazioni che servono per iniziare la contrazione muscolare ed in base alla risposta ottenuta elaborare strategie utili per migliorarne l’efficacia.
  • L’elettrostimolazione: L’elettrostimolazione in urologia ha lo scopo di sollecitare tutti quei meccanismi uretro-sfinterali che producono inadeguatezza detrusionale, perdita di qualità sfinterale o perdita di tono muscolare e quindi di urina. La stimolazione, che interessa la muscolatura striata peli-uretrale, non deve mai suscitare dolore o disagio nel paziente. Le sedute hanno una durata complessiva di 50 55 minuti e vengono suddivise in cicli di 5 trattamenti ripetibili fino al raggiungimento degli obiettivi prefissi.Scopri di più sulla riabilitazione uroginecologica