Stiamo vivendo in un periodo di enorme difficoltà.

L’effetto pandemia sulla psiche è evidente e tangibile. Ansia, depressione, attacchi di panico, ma anche problemi relazionali che hanno compromesso gli equilibri a livello familiare, scatenando crisi di coppia, ma anche crisi dei cosiddetti millennials.

C’è una sensazione di malessere dominante: non a caso sono aumentate le richieste di terapia, in presenza, ma anche online e richieste di semplice aiuto per la gestione di stati di disagio. Perché spesso, bastano semplici colloqui mirati per prevenire l’insorgere di patologie o di problematiche di difficile gestione.

Ma quali sono questi disagi?

Il 15 Marzo è la Giornata Nazionale del Fiocco Lilla, istituita per sensibilizzare le persone rispetto al tema dei disturbi alimentari, aumentati del 30% proprio a causa di questa pandemia. (Fonte: Sanità Informazione)

In questa occasione, Sandonato Medica ha voluto organizzare  un incontro online per le famiglie mettendo a disposizione le competenze e gli specialisti del Centro, per creare un’occasione di confronto, alla quale possono partecipare tutti collegandosi e inviando le loro domande.

Un momento di condivisione e riflessione utile per chi vive a contatto con adolescenti e bambini, per meglio cogliere i segnali che mandano.

Parteciperanno alla conferenza in qualità di esperti:

  • Serena Catastini, educatrice con esperienza pluriennale e puericultrice, laureata in scienze della formazione e specializzata in DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare)
  • La dottoressa Rossana Joo, specializzata in Neuropsicologia, si occupa in ambito clinico di: consulenze/ interventi di sostegno psicologico per difficoltà relazionali e di coppia (matrimonio in crisi, problemi di coppia e familiari, relazione con i figli adolescenti etc), disturbi d’ansia, attacchi di panico e fobie in generale
  • La dottoressa Roberta Zelaschi, medico chirurgo specializzato in Scienze dell’alimentazione,  elabora regimi alimentari commisurati alle caratteristiche fisiologiche e patologiche del paziente

Iscrizioni

L’incontro, aperto gratuitamente al pubblico, si terrà online sabato 13 Marzo dalle ore 10:30.

Per iscriversi è sufficiente inviare una mail a info@sandonatomedica.it per ricevere il link di collegamento all’evento.

Il Covid ha colpito ancora con una seconda ondata e, nuovamente, le persone sono rimaste traumatizzate. Pensiamo, ad esempio, ai bambini e alla difficoltà ad accettare la limitazione della loro libertà personale; ma anche alle famiglie in generale. Tutto ciò, può avere generato il cosiddetto trauma che, pur non evidente e manifesto, risiede nell’inconscio, provocando effetti che si possono riscontare a livello tangibile (sul corpo) che intangibile (nei legami sociali).

La Dott.ssa Francesca Velluzzi, a disposizione per consulenze presso Sandonato Medica, opera attraverso sedute di psicoanalisi per aiutare i suoi pazienti a dare significato al loro trauma e a superarlo.

 

QUALE SIGNIFICATO DARE AL TRAUMA

Come si può superare questa situazione critica? Anzitutto, occorre dare un senso a ciò che non ne ha e che provoca degli effetti sulle persone.

Attraverso un approccio psicoanalitico, la Dott.ssa Velluzzi punta ad offrire ai suoi pazienti il luogo per “integrare i non detti nei loro vissuti e nella loro storia personale” al fine di dare un senso a ciò che, agli occhi delle persone, non lo ha.

E il Covid ha generato una serie di meccanismi difficili da comprendere o da accettare: come, ad esempio, il fatto di non giocare coi compagni per paura del contagio virale. Ma come è possibile trovare un senso a ciò di cui nessuno ha avuto esperienza? “Dare senso a qualcosa di traumatico significa integrare a livello immaginario e simbolico un evento che altrimenti lascerebbe il soggetto in balia di ciò che è stato nel passato, rischiando di ritrovarselo nel suo futuro” spiega la dott.ssa Velluzzi.

 

LA PSICOANALISI

Il lavoro di psicoanalisi della dottoressa, permette di operare con i soggetti che hanno subito gli effetti traumatici del COVID evitando quegli scatenamenti e quelle ri-traumatizzazioni, che spesso avvengono negli interventi che utilizzano la parola e l’incitazione al ricordare.

Attraverso il metodo psicoanalitico lancaniano, il trauma può essere superato. Come? La metodologia innovativa e alternativa, per lavorare sugli effetti che il Coronavirus ha provocato sulle persone prevede, ad esempio, l’utilizzo del suono o del disegno, linguaggi che garantiscono una raccolta di quelle che sono le esigenze, i desideri e le prospettive future dei pazienti; sarà la psicoanalista a tradurre le espressioni dell’inconscio, convertendole in risorse da utilizzare per definire la via d’uscita al problema.

 

PER OGNI PAZIENTE, UN PERCORSO AD HOC

Questo modus operandi porta il professionista ad attingere ad un sapere che può aiutare il paziente ad uscire da situazioni di estrema sofferenza. Non si tratta né di ascoltare passivamente, né di suggerire azioni correttive, ma di trattare le condizioni del proprio essere permettendo così la costruzione di relazioni con l’altro.

Queste settimane di zona rossa imposta ci hanno fatto ripiombare in un periodo di grandi incertezze, bombardati da notizie quasi sempre negative. Tutto questo ha un prezzo e non solo sul piano economico.

Val la pena, ricordare l’esperimento della risata contagiosa. Durante un viaggio in metropolitana, tra varie persone sedute, ve n’è una, “infiltrata”, che inizia a ridere a crepapelle. Gli altri, prima lo guardano con stupore, poi vengono trascinati dalla sua contagiosissima risata.

Le neuroscienze potrebbero spiegare questo fenomeno, che vale anche al contrario: più si è sottoposti, a lungo, a stimoli negativi, più si diventa tali.

COME AGISCE IL CORTISOLO SULLA NOSTRA MENTE E SUL SISTEMA IMMUNITARIO

E una situazione come quella che stiamo oggettivamente vivendo, non fa altro che aumentare il nostro livello di stress, facendo aumentare, nel nostro corpo, la produzione, del cortisolo, non a caso detto ormone dello stress. Perché, finché si mantengono bassi livelli di cortisolo, nessun problema: abbiamo un’arma efficace per fronteggiare le situazioni di emergenza. Quando, invece, il livello di cortisolo permane a lungo nel nostro organismo, diviene disfunzionale, ponendoci in una condizione di “stress cronico”, decisamente nocivo per la nostra salute. Ecco perché, senza una adeguata predisposizione della nostra mente, si finisce per ingigantire il livello di allerta. Il che si traduce in ansia, paura, incertezza, umore che peggiora: tutto a causa della quantità di cortisolo che produciamo. Il che finisce, oltretutto, per abbassare le nostre difese immunitarie, in una sorta di circolo vizioso che ci trascina verso il basso.

LE CONSEGUENZE A LIVELLO PSICOLOGICO E PSICOSOMATICO

Questo comporta conseguenze importanti, sia a livello psicologico, sia psicosomatico. Come affermano gli psicologi, infatti, sono in vorticoso aumento i casi di persone che finiscono “travolte” da tutto questo, manifestando attacchi di panico, ansia verso il futuro, disturbi del sonno, con, spesso, implicazioni sulla sfera affettiva e lavorativa. Allora, val la pena fermarsi a riflettere su questa situazione, magari chiedendo aiuto a chi, esperto, potrebbe aiutarci a mantenere uno spirito positivo. Ne gioverà il nostro essere.

Anche in questo periodo di emergenza Coronavirus le nostre psicologhe e psicoterapeute, dott.ssa Rossana Joo, dott.ssa Monica Fiorilli e dott.ssa Francesca Velluzzi, sono a disposizione presso Sandonato Medica per sostenere chi si trova in difficoltà, attraverso programmi e consulenze mirate.

Per info: 02/55.60.21.61 oppure scrivendo a info@sandonatomedica.it

Siamo un po’ tutti alla ricerca della cosiddetta normalità. Specialmente ora, dopo aver trascorso un periodo di chiusura forzata tra le mura di casa.

Perché la pandemia di Coronavirus ha impattato fortemente sugli equilibri dei singoli individui che, anche a distanza di mesi, seppur dopo le vacanze, stanno ancora pagando dazio. Il Covid-19, nemico silenzioso, per molti è stato un vero trauma, generatore di un’esplosione di sindromi ansiose-depressive che andrebbero gestite.

COS’E’ CAPITATO ALLA NOSTRE PSICHE

L’aver perso la libertà, anche se solo per un periodo, la difficoltà della gestione dei figli più piccoli, ma anche di anziani e di disabili, senza tralasciare le perdite economiche di chi ha perso il lavoro o è stato costretto a sospenderlo, hanno provocato la manifestazione di sintomi fisici come cefalee, disturbi digestivi, dimagrimento, ma anche attacchi di bulimia, depressione, mutamento del ritmo sonno-veglia, giusto per citarne alcuni.

Siamo stati costretti ad un cambiamento, senza ritrovare più la nostra quotidianità e la nostra zona comfort. Il riadattamento non è di certo semplice e senza negare le emozioni che in questo periodo emergono, sarebbe utile chiedere un supporto psicologico.

 

E COME HA REAGITO LA MENTE DI CHI SI E’ AMMALATO?

Pensiamo alle persone più fragili come i bambini, gli anziani e i soggetti che sono rimasti soli, chi ha perso i propri cari, ma anche chi si è ammalato e poi è guarito; per le persone che appartengono a questa ultima categoria, sono state riscontrate ripercussioni psichiatriche causate sia dalla risposta immunitaria al virus stesso, sia da fattori di stress psicologico come l’isolamento sociale, la preoccupazione di infettare gli altri e lo stigma.

Sono davvero tante le persone che stanno manifestando ansia, attacchi di panico, nervosismo e malumore e non è di certo semplice metabolizzare ciò che è successo.

 

NON ASPETTIAMO DI TOCCARE IL FONDO: CHIEDIAMO UN AIUTO.

E non dimentichiamo nemmeno l’aumento delle coppie in crisi e delle separazioni dopo il lockdown, perché la convivenza forzata ha fatto esplodere molti rapporti. La dott.ssa Monica Fiorilli, la dott.ssa Rossana Joo e la dott.ssa Francesca Velluzzi, responsabili del dipartimento di Psicologia e Psicoterapia di Sandonato Medica, sono a disposizione per consulenze al fine di sostenere e aiutare ad affrontare le diverse problematiche causate dal forte carico di stress emotivo al quale tutti siamo stati costretti.

Per prenotazioni:  info@sandonatomedica.it

 

 

Si dice che la mente sia nemica del sonno. Mai come in questo periodo abbiamo potuto appurare la veridicità di questa affermazione. I timori per noi e per la salute dei nostri cari, l’incognita del dopo pandemia COVID-19, il posto di lavoro che vacilla.  La dott.ssa Rossana Joo, psicologa della Sandonato Medica, ci presenta uno scenario tipico di questi mesi, offrendoci anche dei consigli per affrontare il problema dell’insonnia. Perché il Coronavirus ci sta mettendo a dura prova.

SOFFRITE DI INSONNIA?

Siamo preda di paure e di preoccupazioni che per molti si manifestano attraverso stati ansiosi e talvolta di panico. La pandemia del Coronavirus, oltre a provocare emergenza sanitaria ed economica, continua a generare condizioni di forte stress in tutti noi, mettendo a rischio anche il nostro equilibrio psichico.

Sempre più persone, probabilmente a causa dell’ansia e della girandola di pensieri nefasti che circolano nella mente di ognuno, faticano a riposare, svegliandosi, di continuo, durante la notte o soffrendo, addirittura, di insonnia.

E a un riposo non ristoratore, seguono irritabilità, stanchezza, difficoltà e calo di attenzione e l’amplificazione delle preoccupazioni e dei pensieri funesti.

 

ATTENZIONE CHE NON DIVENTI CRONICA

È difficile davvero, in questo periodo, conciliare il sonno. Ecco che, per compensare la carenza di riposo notturno, talvolta, si resta a letto più del solito per cercare di recuperare il sonno perduto, o ci si concede la famosa siesta pomeridiana, comportamenti che, nella maggior parte dei casi, alimentano l’insonnia stessa, originando un circolo vizioso che vale la pena interrompere al più presto per garantire una buona igiene del sonno.

E’, dunque, importante mantenere gli orari e i ritmi di sempre, anche se si è trascorsa la notte dormendo poco per evitare che l’episodica insonnia diventi cronica.

 

CONSIGLI PER SCONGIURARE ANCHE IL SONNO FRAMMENTATO

Sicuramente, non sarà semplice perché, quando si vive in uno stato di allarme come in quest’epoca, è faticoso prendere sonno e quando ci si riesce si può soffrire di frammentazione, ossia di frequenti risvegli. Quali sono i consigli per favorire un buon sonno?

1) Anzitutto, il sonno non va pensato, ma bisogna arrendersi a esso. Se non si riesce ad addormentarsi entro 20 minuti, è bene alzarsi e, cambiando stanza, dedicarsi a qualcosa di distensivo.

2) Cerchiamo di limitare la caffeina e tutte le sostanze stimolanti, specialmente durante le ore pomeridiane e serali. Controlliamo la dieta, evitando alimenti di faticosa digestione e non ceniamo troppo tardi.

3) Arieggiamo spesso i locali: è consigliabile una temperatura di 18° e aria pulita.

4) Pratichiamo attività fisica regolare, meglio se non nelle ore che precedono il sonno.

5) Limitiamo il rumore. Inoltre, è bene evitare, la sera, fonti luminose che emettano onde di luce blu come la televisione, lo smartphone e il tablet.

6) Dedichiamo almeno le due ore che precedono il sonno ad attività rilassanti, in grado di “spegnere” la parte logica del nostro cervello. Saranno utili per ridurre le tensioni muscolari e per favorire anche una distrazione dai pensieri negativi della giornata.

7) Evitiamo di trascorrere la serata davanti ai media che trasmettono notizie e informazioni proprio sul Cononavirus: dedicate altri momenti della giornata all’informazione e selezionate le fonti.

Anche se ci creano ansia e sono classificate come emozioni negative (rabbia, paura, tristezza), non vanno combattute, ma accettate per ridurne l’impatto su ognuno di noi.

Il sonno è importante e dormire bene è legato a un’aspettativa di vita più lunga, a una migliore memoria, a una riduzione del rischio obesità e a un sistema immunitario più efficiente che, soprattutto in questo periodo, è molto importante.

La dott.ssa Rossana Joo è a disposizione, anche in questo periodo di emergenza, per consulenze.

Per mettervi in contatto con la nostra specialista, scrivete a info@sandonatomedica.it.

È indubbio che l’emergenza Coronavirus ha contribuito a sviluppare paura, panico, ansia. Terrore del contagio, ma anche della solitudine e dell’isolamento. Pensiamo, ad esempio ai numerosi anziani che soggiornano nei ricoveri e che sono costretti, per questioni di tutela, a non ricevere più visite. E non dimentichiamoci anche dei bambini.

Come dice la dott.ssa Francesca Velluzzi, psicologa e psicoterapeuta della Sandonato Medica: “Occorre che il personale sanitario faccia parlare continuamente gli anziani, che devono confrontarsi per non convivere con l’ansia e per non rimanere bloccati in un immaginario che produrrebbe ulteriore isolamento e stati di paura. I bambini non vanno lasciati isolati ed è importante favorire il contatto umano attraverso un’intensificazione di giochi e di attività creative”. Tutti si sentono minacciati, anche se la percezione del rischio, in generale, può essere distorta e amplificata, in funzione del vissuto psicologico di ognuno. È giusto avere paura, visto che stiamo parlando di una reazione fisiologica utile che permette agli uomini di essere più reattivi e quindi di sopravvivere. Purché questo sentimento, oltretutto contagioso, non si trasformi in stress cronico, lasciando spazio all’irrazionalità, quindi all’angoscia e al panico che, oltre a non aiutare, sono sentimenti controproducenti anche dal punto di vista biologico, contribuendo ad abbassare le difese dell’organismo.

“Proprio dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia abbiamo avuto l’indicazione di metterci a disposizione per aiutare le persone da un punto di vista psicologico. In un momento difficile, quando dobbiamo affrontare un nemico che non conosciamo e che ci mette a dura prova, è normale che si diffondano paura e preoccupazione”. Ciò a cui si riferisce la dottoressa è la campagna di sensibilizzazione a favore di tutti i cittadini, #lopsicologotiaiuta, sulla base dell’invito rivolto dall’OPL ai propri psicologi: “Mai come in questi giorni è importante che la nostra comunità professionale metta al servizio della società le proprie competenze, mai come in questi giorni il contributo di ognuno di noi può fare la differenza per chi sta soffrendo”. Aderendo a questo invito, la dott.ssa Velluzzi può dunque aiutare, con gli strumenti adatti, chiunque ne sentisse il bisogno, a gestire al meglio questa terribile situazione dalla quale speriamo di uscire il prima possibile. E sappiate che un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua, ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso e aumentando il quoziente di resilienza del singolo, della famiglia e della comunità. “Tutti coloro che sentono un particolare disagio psicologico sono invitati a chiedere, senza timore o vergogna, un aiuto professionale”. Potete contattare la dott.ssa Velluzzi direttamente al numero 339/7463712.